6. TRASPOSIZIONE DEL MODELLO AI BACINI DI INTERESSE
Nel caso dei modelli black-box il problema della trasposizione può
essere risolto applicando i parametri che definiscono i modelli di ciascun
bacino osservato ai bacini parziali non osservati sulla base di opportuni
criteri di similitudine idrologica. Tale operazione applicata al caso in
esame comporta il trasferimento dei parametri gk,
wk e dk.
È evidente che la trasposizione del parametro gk
implica anche la trasposizione delle medie mensili e in particolare la
media dei deflussi. Verifiche preliminari hanno però messo in evidenza
che per le sezioni più montane il deflusso medio è notevolmente
superiore a quello che risulta dall’applicazione del criterio indicato.
Tale circostanza ha condotto a riformulare su basi diverse il criterio
di trasposizione ipotizzando che la sua validità si limitata ai
soli parametri wk e
dk e che i parametri
gk vadano invece rideterminati,
per ciascun bacino d’interesse, sulla base di una valutazione del tutto
indipendente.
Il problema legato alla stima delle medie dei deflussi mensili è
suscettibile di una prima semplificazione dall’osservazione empirica che
l’andamento del deflusso medio annuo non presenta differenze molto accentuate
da bacino a bacino. Ciò autorizza a ritenere che tali differenze
siano praticamente trascurabili nell'ambito dei bacini di interesse contenuti
entro lo stesso bacino parziale osservato. Ne consegue che, una volta noto
il deflusso medio annuo per ciascun bacino di interesse, la relativa ripartizione
mensile può essere ottenuta per semplice proporzionalità
da quella del pertinente bacino osservato. In definitiva il problema della
trasposizione dei modelli della funzione di trasferimento si riconduce
a quello del deflusso medio annuo di ciascun bacino parziale non osservato.
6.1 Metodo adottato
Il problema della determinazione del deflusso medio annuo può
essere ricondotto alla determinazione della superficie di deflusso relativa
al territorio considerato. Tale superficie deve variare con continuità
e deve per definizione essere sempre positiva.
Dopo attenta analisi si è stabilito procedere alla stima dell’altezza
di deflusso puntuale in corrispondenza dei nodi della RPR. Questa impostazione
presenta il grande vantaggio che, una volta ottenute tali stime, la forma
della superficie di deflusso può essere completamente definita utilizzando
gli stessi criteri già elaborati nella determinazione dell’afflusso
ragguagliato. Più precisamente, poiché operando in tal modo
resta individuata una rete di riferimento dell’altezza puntuale di deflusso
del tutto coincidente con quella pluviometrica, i pesi relativi al calcolo
dei corrispondenti valori ragguagliati risultano ovviamente gli stessi
già adottati per l’afflusso sicché, detto Di
il deflusso medio annuo relativo all’i-esimo pluviometro e detto ai
il peso di tale apparecchio rispetto al j-esimo bacino osservato, il pertinente
deflusso ragguagliato Dj si ricava dall’espressione:

essendo n il numero di pluviometri che influiscono sul bacino considerato.
In questa prospettiva, si consideri ora il caso ideale in cui si disponga
dei deflussi medi annui Dj relativi a un numero
di bacini pari al numero complessivo N degli apparecchi pluviometrici.
In tale ipotesi segue immediatamente che la stima dei deflussi puntuali
Di si ottiene risolvendo un sistema di N equazioni
lineari. In realtà, in Sardegna, il numero dei bacini osservati
è assai inferiore rispetto a quello delle stazioni pluviometriche
sicché la soluzione del sistema è indeterminata a meno che
non si impongano vincoli ulteriori. A questo punto si può ricorrere
all’informazione pluviometrica introducendo opportune ipotesi sulla relazione
che intercorre fra afflusso e deflusso puntuale. Sulla base di analisi
svolte in merito alla relativa uniformità delle perdite entro ciascun
sistema idrografico principale, si è ritenuto ragionevole assumere
che la perdita apparente media annua sia praticamente costante per tutti
i pluviometri associati ad uno stesso bacino parziale osservato. Il che
equivale ad ipotizzare che la relazione fra afflussi e deflussi medi annui
puntuali sia rappresentata localmente da una retta di coefficiente angolare
unitario.
Poiché nel caso in esame i bacini parziali osservati sono in
numero di 27 ed altrettante sono quindi le equazioni componenti il sistema,
è allora necessario stabilire 27 gruppi di pluviometri che si ritiene
caratterizzati dalla stessa perdita apparente. Detta infatti Pj
la perdita puntuale relativa al gruppo di pluviometri associato al j-esimo
bacino si avrà:
Di = -Pj
+ Ai
e quindi:

Tali relazioni formano il sistema di 27 equazioni lineari nelle 27 incognite
Pj che una volta risolto consente di valutare
il deflusso medio puntuale Di a ciascun pluviometro.
Per quanto riguarda la determinazione degli aggruppamenti dei pluviometri,
il criterio che è apparso più naturale adottare è
quello di basarsi sul peso che ciascun apparecchio ha rispetto a un determinato
bacino osservato mantenendo comunque una certa elasticità nelle
scelte.
Definiti in tal modo gli elementi principali del metodo, si deve osservare
che questo non consente di evitare la possibile comparsa di valori negativi
di deflussi medio annuo. Onde superare anche questo inconveniente si è
deciso di modificare la relazione puramente lineare tra afflussi e deflussi
sostituendo, nel campo degli afflussi minori, la retta D = -Pj
+ A con una tratto parabolico garantendo al contempo sia la continuità
con il ramo lineare sia la positività dei deflussi.
In tal modo si perviene a un sistema di equazioni non lineari che richiede
una procedura di soluzione numerica di tipo iterativo.
Per ciascun bacino parziale di interesse sono stati determinati quindi
i deflussi medi annui attraverso l’operazione di ragguaglio e quindi i
deflussi medi mensili ripartendo i valori annui proporzionalmente ai valori
annui dei bacini osservati associati. Si è quindi applicato il criterio
di trasferimento del modello nel senso che si sono assunti gli stessi valori
dei parametri wk e dk
corrispondenti ai bacini osservati e su questi si è applicato il
modello black-box. In realtà il parametro wk
è stato ulteriormente affinato, la funzione obiettivo essendo lo
scarto tra le medie mensili dei deflussi calcolati e quelli ottenuti dalla
procedura di ragguaglio. I parametri gk
sono stati determinati mediante un semplice procedimento iterativo analogo
a quello già utilizzato in sede di stima del modello.
6.2 Trasposizione del modello del rumore
Il modello della componente casuale del deflusso superficiale risulta
caratterizzato all’interno di ciascun bacino parziale osservato da un’unica
serie del residuo at alla quale corrisponde
in base alla relazione R*t = F
R*t-1 + at un’unica
serie del rumore standardizzato. La serie del rumore relativa ai bacini
d’interesse componenti (o contigui) sono stati messi in relazione a detto
valore tramite dei coefficienti di proporzionalità. Detti bj
tali coefficienti, j essendo l’indice del bacino di interesse, questi sono
stati espressi tramite la relazione:

ove la sommatoria è estesa a tutti i bacini d’interesse, li
è il rapporto fra la superficie parziale e quella complessiva mentre
il termine sj è espresso dalla relazione:

I coefficienti bj, pertanto, hanno
la funzione di ripartire il rumore ai bacini osservati in proporzione al
rapporto fra il deflusso medio annuo di ciascuno dei bacini componenti
e quello complessivo.
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